Nasce a Terni il 14 febbraio 1902. Meccanico. Comunista. Inizia sin da giovanissimo la sua attività politica: a quindici anni si iscrive alla sezione ternana della Gioventù socialista. Nel 1921 aderisce insieme a tutto il gruppo ternano dei giovani socialisti al Partito comunista d'Italia (Pcd'i), nato dalla scissione nel congresso di Livorno. Nello stesso anno si iscrive agli Arditi del popolo come combattente partecipando a numerosi scontri con i fascisti. Nel 1922 è richiamato alla leva militare presso la marina. Nel 1923 durante il servizio militare a Brindisi viene incarcerato per qualche giorno poiché accusato di essere in contatto con una cellula comunista; successivamente è rilasciato in assenza di prove. L'anno seguente si congeda dal servizio militare e fa ritorno a Terni trovando impiego presso le Acciaierie. Nel marzo del 1932 con l'arrivo a Terni di Clemente Maglietta – giovane dirigente dal Centro estero del Pcd'i di Parigi con l'incarico di riorganizzare il partito – si ricostituisce il comitato federale clandestino a cui partecipa con il compito di responsabile del «soccorso rosso» insieme a Vincenzo Inches, Alido Berselli, Alfredo Filipponi. Ad ottobre è arrestato e deferito al Tribunale speciale per la difesa dello Stato per associazione e propaganda sovversiva; tuttavia, grazie all'amnistia del Decennale non subisce il processo ed è scarcerato a novembre. In fabbrica, conduce un'intensa attività politica per la quale nel 1936 viene nuovamente arrestato e condannato dalla Commissione provinciale di Terni a 5 anni di confino, poi ridotti ad uno, per «organizzazione comunista in fabbrica; diffusione di volantini antifascisti inneggianti alla Spagna repubblicana e alla vittoria del proletariato». A fine periodo viene nuovamente riassegnato al confino dalla Commissione provinciale di Foggia in quanto elemento «ancora pericoloso in linea politica»; è prosciolto il primo settembre 1938. All'indomani dell'armistizio, è presente alla riunione del Comitato federale ternano del 12 settembre 1943 presieduta da Gino Scaramucci dove, insieme a Berselli, assume l'incarico di dirigere gli operai all'interno delle Acciaierie. Dopo la liberazione di Terni, ricostruisce la sezione comunista di Montefranco (Terni). Il 2 febbraio 1945 si unisce, insieme agli altri volontari ternani, al gruppo di combattimento «Cremona» per continuare la lotta partigiana nel nord Italia e per la quale gli viene assegnata la medaglia di bronzo per atti di valore sul campo. Muore a Terni il primo settembre 1994.
Yuri Capoccia
Fonti e bibl.: Asisuc, Anpi Terni, Resistenza/Liberazione, b.10, fasc. 1; A. Dal Pont e S. Carolini, L'Italia al confino. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, vol. III-IV, La Pietra, Milano 1983, pp. 1238-39, 1593; A. Dal Pont e S. Carolini, L'Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le Sentenze istruttorie e le Sentenze in Camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall'anno 1927 al 1943, vol. II, La Pietra, Milano 1980, pp. 674-675.