Nasce a Costacciaro (Pg) il 10 gennaio 1889. Minatore, poeta. Socialista. Iscritto alla Rubrica di frontiera (Rf). Nel 1909, come altri di questa parte dell'Umbria appenninica, decide di emigrare negli Stati Uniti per lavorare nelle miniere di ferro di Hibbing nel Minnesota. Aderisce alle organizzazioni sindacali e politiche della sinistra statunitense. Nel frattempo comincia a scrivere delle poesie di forte carattere sociale e politico che verranno pubblicate nei giornali socialisti “L'Avvenire” e “Il Proletario”. A Hibbing si associa alla Federazione socialista italiana, fonda e dirige il Club politico italiano di beneficenza, si iscrive al sindacato radicale Industrial Workers of the World (Iww) e più tardi diventa uno dei leader, assieme a Giuseppe Mangano, del Metal Mine Workers Industrial Union l'associazione sindacale dei lavoratori delle miniere affiliata all'Iww costituitasi nel 1917. Fu fra gli organizzatori del grande sciopero minerario del 1916 a Mesabi Iron Range che vide una significativa presenza della Federazione socialista italiana. In questi anni stringe una forte amicizia con Carlo Tresca, uno dei leader del movimento operaio americano di sinistra, a cui dedicò, dopo la sua morte avvenuta nel 1943, il poema Ricordando Carlo Tresca. Quando nel 1917 Tresca venne arrestato assieme ad altri dirigenti e militanti nel quadro di una repressione contro l'Iww, Efrem Bartoletti diventa uno dei principali attivisti dei comitati sorti per la liberazioni dei detenuti. Nel 1916 viene licenziato dalla miniera per aver partecipato ad uno sciopero. Per sopravvivere lavorerà saltuariamente come facchino per una panetteria. Nel 1919 rientra in Italia e continua la sua attività politica nel movimento socialista. Nel 1920 viene eletto sindaco di Costacciaro. Sposa nel 1923 Petronilla Bartoletti di Sigillo da cui avrà l'anno successivo una figlia, Igea. Assieme a Gedeone Antonucci fonda la Cooperativa di consumo Montecucco che venne chiusa dai fascisti nel 1924. Subisce un aggressione da una squadraccia fascista da cui si salva grazie all'ospitalità datagli da Giuseppe Giuliarelli, a cui seguirà un periodo di latitanza. Negli anni successivi riesce a sopravvivere lavorando in qualità di rappresentante di alcune compagnie di navigazione finché nel 1930 ottiene la possibilità di espatriare e ritorna negli Stati Uniti (dove aveva ottenuto la nazionalità nel 1915) assieme alla moglie e alla figlia. Si stabilisce a Scranton in Pennsylvania dove continuò il suo impegno antifascista. Muore a Scranton il 20 agosto 1961.
Fra le sue pubblicazioni poetiche ricordiamo: Nostalgie proletarie. Raccolta di canti poetici e di inni rivoluzionari (1918); Un'escursione alla caverna di Monte Cucco (1924); Nel sogno dell'Oltretomba (1931); Riflessioni poetiche (1955); Evocazioni e ricordi (1959). I temi che affronta sono quelli del lavoro, delle lotte proletarie, dell'internazionalismo fra i popoli, dell'antifascismo. Il suo stile poetico rivela una totale padronanza della lingua e una notevole erudizione, tanto più significativa in quanto Bartoletti era essenzialmente un autodidatta avendo completato solamente la seconda elementare. Alcune delle sue composizioni, come Canto dei minatori del ferro o Canto dei minatori del rame, furono scritte per essere musicate e diventarono degli inni rivoluzionari.
Alberto Sorbini
Fonti e bibl.: Acs, Cpc, b. 368, ad nomen; www.romanoguerra.it/efrem.php; F. Alfonsi, Dictionary of Italia-American Poets, Peter Lang, New York 1989, ad vocem; E. Vezzosi, Il socialismo indifferente. Immigrati italiani e Social Party negli Stati Uniti del primo Novecento, Edizioni Lavoro, roma 1991; M. Marazzi, Efrem Bartoletti, poeta minatore, pp. 169-177 in Id., A occhi aperti. Letteratura dell'emigrazione e mito americano, FrancoAngeli, Milano 2011; Vite parallele per l'emancipazione. Efrem Bartoletti e Margherita Traube. Con appendice storica sull'emigrazione umbro-marchigiana, Accademia dei Romiti, Gualdo Tadino 2012.