Nasce a Terni il 1° agosto 1902. Operaio meccanico. Comunista. Dal padre Alfonso, socialista e sorvegliato dalle autorità, eredita la passione per la politica: inizia da giovane la militanza nelle fila del Partito socialista italiano (Psi), per poi iscriversi, intorno alla metà degli anni Venti, al Partito comunista d'Italia (Pdc'I). Inseme al padre, il 12 maggio 1928 è arrestato e denunciato dai carabinieri al Tribunale speciale per la difesa dello Stato a seguito di una perquisizione in cui vengono rinvenuti manifestini e una sottoscrizione per il Pcd'I. Il 24 novembre è assolto poiché i fatti contestati non costituiscono reato, così sono respinte le richieste di deferimento al Tribunale speciale e per l'ammonizione. Il 4 giugno 1932 è nuovamente denunciato per oltraggio e violenza nei confronti di un milite della Milizia volontaria per la sicurezza nazionele (Mvsn); è rilasciato il 14 giugno beneficiando dell'amnistia del Decennale.All'indomani dell'armistizio partecipa alla guerra di Liberazione. Il 1° ottobre 1943 è presente alla riunione del comitato federale clandestino del Pcd'I a La Valle di Ferentillo (Tr), nella quale viene fatto il punto della situazione riguardo le prime cellule partigiane formatesi. Con il nome di battaglia “Raffaele” e poi “Giosuè” assume il comando del battaglione “Giovanni Manni”, così chiamato in ricordo del giovane antifascista ternano assassinato a pugnalate nel 1921 da uno squadrista. Sotto la sua guida il battaglione, poi inquadrato nella brigata “Gramsci”, compie numerose azioni di sabotaggio, come taglio dei fili telefonici e assalti alle caserme fasciste e agli ammassi, nel quadrilatero Terni, Narni (Tr), Calvi (Tr) e Stroncone (Tr). Nell'aprile 1944 è nominato vice commissario politico della “Gramsci”, trasferendosi al comando in Valnerina, e sostituito da Armando Fossatelli al comando del battaglione “Manni”. Il 13 giugno 1944 con la partecipa alla liberazione di Terni.Nel dopoguerra, riprende il lavoro alle Acciaierie e continua la militanza politica nel Partito comunista italiano (Pci). Dopo la pensione apre una osteria, presto soprannominata “Casa di Cultura”, che diviene il luogo di ritrovo per le giovani generazioni di antifascisti.Muore a Terni il 31 gennaio 1978.
Yuri Capoccia
Fonti e bibl.: Acs, Cpc, b. 377, ad nomen; B. Antonelli (a cura di), Resistenza insieme. Centenario della nascita (1 agosto 1902) di Egisto Bartolucci comandante del battaglione «G. Manni», vice comandante della brigata garibaldina «A. Gramsci» operante nell’Appennino Umbro-Laziale-Marchigiano, [s. l., s. e., 2002?]; A. Dal Pont e S. Carolini, L'Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le Sentenze istruttorie e le Sentenze in Camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall'anno 1927 al 1943, vol. II, La Pietra, Milano 1976, p. 341.