Nasce a Terni il 2 febbraio 1903. Operaio. Comunista. Inizia la sua attività politica nel 1917 militando nelle fila del Partito socialista italiano (Psi). Nel 1921 aderisce al Partito comunista d'Italia (Pcd'i). Viene impiegato presso le Acciaierie di Terni dove partecipa attivamente alla vita sindacale della fabbrica. Nei primi anni Venti prende parte agli Arditi del popolo come combattente e dirigente partecipando a numerosi scontri con i fascisti dove si dimostra, insieme a Pietro Farini, tra i più attivi antifascisti. Durante una spedizione con gli Arditi del popolo a Roma viene arrestato e condannato a 4 anni di carcere e uno di vigilanza. Nel periodo di detenzione cessa ogni attività politica. Al suo rilascio viene arruolato nell'esercito.Dopo il periodo di leva, nel 1925, torna a Terni: segue un periodo di perquisizioni e stretta vigilanza. Nel frattempo, è nuovamente impiegato nelle Acciaierie dove, dopo essere stato sollecitato da Androsciani Agamante, riprende l'attività politica nel comitato federale clandestino ricostituito con l'aiuto di Clemente Maglietta – giovane dirigente inviato a Terni dal Centro estero del Pcd'i di Parigi con l'incarico di riorganizzare il partito e fornire materiale propagandistico. Il 10 ottobre 1932, proprio per la diffusione di volantini contro la preparazione della guerra da parte del fascismo è deferito al Tribunale speciale per la difesa dello Stato insieme ad Alfredo Filipponi e Vincenzo Inches. Tuttavia, a dicembre dello stesso anno viene revocato il rinvio a giudizio e scarcerato dopo l'amnistia per il Decennale del fascismo. Nel marzo del 1934 viene condannato dalla Commissione provinciale di Terni a un anno di confino per «manifestazione antifascista» in occasione dei funerali del socialista Arturo Luna, è poi prosciolto nel marzo del 1935. Nel 1937 rientra a lavorare nelle Acciaierie occupandosi anche del «Soccorso rosso» per aiutare i compagni al confino. Con l'inizio della guerra civile spagnola la repressione fascista si intensifica: viene più volte incarcerato arbitrariamente come in occasione della visita di Hitler in Italia e di Mussolini a Terni. In questo clima è licenziato per motivi politici, successivamente è assunto come tornitore presso l'Officina Fedeli dove rimane sino all'agosto 1943.All'indomani della caduta del fascismo è in piazza a manifestare dove viene arrestato. Rilasciato vive in condizioni di indigenza, a causa delle ristrettezze accetta di ritirare, per conto di un commerciante di Todi (Pg), un carico di filati a Prato. Durante il viaggio è arrestato a Reggello (Fi) su segnalazione della guardia repubblichina di Terni. Rimane in carcere per circa 3 mesi. Una volta liberato, con l'impossibilità di poter far rientro a Terni, prende parte alla guerra di Liberazione nel Saltino (Reggello, Fi) presso la formazione partigiana «Tricolore Perseo» – brigata di ispirazione cattolica composta prevalentemente da ex militari fuggiti a seguito dell'8 settembre.Dopo la liberazione svolge un'intensa attività all'interno del partito e del tessuto democratico ternano: è membro del comitato politico federale, responsabile dell'organizzazione della Camera del lavoro nonché segretario provinciale dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi).Muore a Terni il 9 gennaio 1980.
Yuri Capoccia
Fonti e bibl.: Acs, Cpc, b. 546, ad nomen; Anpi Terni, Resistenza/Liberazione, b.11, fasc. 5, a; Asisuc, Anppia Terni, b. 3 fasc. 3, a; A. Dal Pont e S. Carolini, L'Italia al confino. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, vol. III-IV, La Pietra, Milano 1983, p. 1237; A. Dal Pont e S. Carolini, L'Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le Sentenze istruttorie e le Sentenze in Camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall'anno 1927 al 1943, vol. II, La Pietra, Milano 1980, pp. 674-675.