• Ingresso delle truppe alleate a Città di Castello, 22 luglio 1944
  • Primo raduno degli ex perseguitati politici della provincia di Perugia (1945). Fra gli ospiti, il terzo da sinistra nella fila in alto è l'avv. Mario Berlinguer, padre di Enrico, ex deputato aventiniano allora fra i massimi responsabili dell'Alto commissa
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto” in marcia
  • Partigiani jugoslavi della “Gramsci” a Norcia nel giugno 1944
  • 11.	Comando del battaglione “Tito” della brigata “Gramsci”. Al centro Svetozar Laković “Toso”
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto”

Canestrelli Paolo

Nasce a Perugia il 19 ottobre 1892. Rappresentante di cuoio. Socialista poi comunista*. Prende parte alla Grande Guerra, ma nel settembre del 1916 è dispensato dal servizio militare per aver contratto una malattia cardiaca nel corso delle operazione militari. É iscritto alla Partito socialista italiano (Psi), nonché alla Camera del lavoro. Durante il biennio rosso è tra i più attivi, partecipa a tutte le manifestazioni. Nel febbraio 1923 viene denunciato per incitamento all'odio di classe, a sensi dell’art. 247 del Codice penale Zanardelli, ma non si procede nei suoi confronti per amnistia. A novembre dello stesso anno, viene rinvenuta da parte della questura perugina una lettera nella quale si fa riferimento alla sua presenza presso lo studio romano del deputato socialista Tito Oro Nobili, ragione per la quale viene disposta una stretta sorveglianza.
Nella seconda metà degli anni Venti, quando la repressione del regime fascista diviene più stringente, è sottoposto a numerose e ripetute perquisizioni, sempre con esito negativo, aventi lo scopo di rinvenire manifestini sovversivi e armi non denunciate. Nel 1927, il Questore di Perugia dispone un ulteriore rafforzamento della sorveglianza nei suoi confronti. La repressione raggiunge l'apice nel 1929 con la revoca dell'abbonamento ferroviario, indispensabile per l'esercizio della sua professione, per motivi inerenti al contesto politico generale. Una della cause principali dietro questo ritiro, e dietro la dura sorveglianza nei confronti del rappresentante perugino, sono i continui viaggi lavorativi in tutta Italia che, agli occhi delle autorità, danno luogo al sospetto di propaganda sul suolo nazionale. Nell’estate del 1932 la sorveglianza nei suoi confronti viene ulteriormente rafforzata: il 20 luglio a Bardonecchia (To) viene arrestata una funzionaria comunista la quale doveva fornire l’indirizzo di Canestrelli ad un altro funzionario di partito, il giorno successivo un altro emissario è arrestato mentre tenta di informare il Centro estero del Partito comunista d’Italia (Pcd’i) di sospendere l’invio di pacchi e passaporto a Perugia. A seguito di questo episodio viene disposta l'immediata vigilanza ed il controllo della corrispondenza epistolare e telegrafica poiché si pensa che il rappresentante perugino possa essere un contatto o presti il suo recapito per attività sovversive. Nonostante la forte repressione continua la sua militanza politica: nel 1936 partecipa alla formazione del Comitato antifascista perugino che si riunisce presso lo studio dell'avvocato repubblicano Alfredo Abatini di cui fanno parte anche Aldo Capitini, Alberto Apponi, Walter Binni, Luigi Catanelli ed Enea Tondini. A Perugia insieme a Tondini, svolge un ruolo fondamentale non solo nel comitato antifascista, ma anche nei confronti del gruppo di giovani comunisti che si va formando nel corso dei primi anni Quaranta. Il 10 giugno 1941 viene disposto a suo carico un mandato di fermo in quanto irreperibile; il 19 ottobre è arrestato con l'accusa di essere il mandante delle scritte sovversive apparse a Perugia. Nella primavera del 1943 a seguito delle proteste e delle manifestazioni di dissenso nei confronti del regime, che si intensificano in tutta la regione, vengono disposti una serie di arresti: il 23 maggio 1943 è arrestato con l’accusa di «attività antinazionale». Il 31 luglio viene rimesso in libertà.
Nel dopoguerra, intorno alla metà degli anni Cinquanta, fuoriesce dal Partito Comunista Italiano (Pci) ed inizia a militare nei gruppi dissidenti al partito, tenendo aperta a Perugia la locale redazione di «Azione Comunista».
Muore a Perugia il 26 novembre 1982.

Yuri Capoccia


*Nel fascicolo della Questura di Perugia è schedato come socialista fino all'inizio degli anni Cinquanta, tuttavia testimonianze dirette di Walter Binni riportano come fosse comunista già negli anni Trenta; le ipotesi riguardo la discordanza tra fonti ufficiali e fonti dirette sono duplici: le autorità hanno mantenuto erroneamente la dicitura socialista nonostante l'adesione al comunismo; oppure simile difformità può indicare come la Questura non fosse a conoscenza di questo passaggio


Fonti e bibl.: Acs, Cpc, b. 4906, ad nomen; Asp, Questura, Schedati, b. 12, fasc. 6.




  • Capitini Aldo Nasce a Perugia il 23 dicembre 1899. Insegnante. Liberalsocialista. Diffidato e arrestato per la sua condotta antifascista e antimilitarista, dopo l'Armistizio rimane in clandestinità fino alla liberazione del capoluogo umbro. Muore a Perugia il 19 ottobre 1968. LEGGI DI PIU' »
  • Apponi Alberto Nasce a Roma il 25 gennaio 1906. Magistrato. Liberalsocialista e azionista. Dirigente della Resistenza a Perugia, è tra i massimi esponenti del Pda in Umbria. Muore ad Assisi il 24 aprile 1977.  LEGGI DI PIU' »
  • Binni Walter Nasce a Perugia il 27 novembre 1913. Professore. Liberalsocialista. Dopo l'armistizio dell'8 settembre, è fra i costituenti del Cln perugino e finita la guerra viene eletto all'Assemblea Costituente. Muore a Roma il 27 novembre 1997. LEGGI DI PIU' »
  • Nobili Tito Oro Nasce a Magliano Sabina (Ri) il 23 marzo 1882. Avvocato. Socialista. Dal 1923 al 1925 è segretario del Psi. Nel dopoguerra è eletto senatore e viene nominato presidente della Società "Terni". Muore a Roma l'8 febbraio 1967. LEGGI DI PIU' »
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