• Ingresso delle truppe alleate a Città di Castello, 22 luglio 1944
  • Primo raduno degli ex perseguitati politici della provincia di Perugia (1945). Fra gli ospiti, il terzo da sinistra nella fila in alto è l'avv. Mario Berlinguer, padre di Enrico, ex deputato aventiniano allora fra i massimi responsabili dell'Alto commissa
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto” in marcia
  • Partigiani jugoslavi della “Gramsci” a Norcia nel giugno 1944
  • 11.	Comando del battaglione “Tito” della brigata “Gramsci”. Al centro Svetozar Laković “Toso”
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto”

Carnevali Settimio

Nasce a Piccione (Perugia) 1'8 settembre 1908. Contadino, autista. Antifascista. Nel febbraio 1926 espatria in Francia con regolare passaporto per motivi di lavoro; gli organi di polizia affermano che, nonostante prima di allora non si fosse occupato di politica, era emigrato in quanto ostile al fascismo. Si stabilisce a Nizza dove fa il manovale, spostandosi anche nella vicina Villafranca, fino al 1929 quando, acquisita la patente, si mette a fare l'autista. Nel febbraio 1937 si reca in Spagna e si arruola nelle Brigate Internazionali. Assegnato ai trasporti militari, dalla base di Albacete porta viveri nella regione circostante; in seguito è trasferito al servizio dei corrieri postali. Nel marzo 1938 passa alla Brigata Garibaldi di stanza in Aragona e trasporta acqua ai reparti della Brigata stessa. Con il grado di sergente maggiore, resta in Spagna fino al settembre 1938. Nel febbraio 1939 passa la frontiera dei Pirenei e viene internato nel campo di concentramento di St. Cyprien. Dopo tre mesi è trasferito al campo di Gurs ove resta fino all'ottobre 1939, quando è liberato e torna a Villafranca. Nel gennaio 1942 è di nuovo arrestato perché pericoloso per l’ordine pubblico e internato nel campo di Vernet dove resta fino a giugno quando, su richiesta della Commissione italiana d'armistizio con la Francia (CiaF), viene accompagnato alla frontiera di Mentone e consegnato alle autorità italiane. È tradotto alle carceri di Perugia e, nell'agosto 1942, assegnato al confino di Ventotene per cinque anni. Liberato l’8 agosto 1943, con foglio di via obbligatorio torna a Piccione, presso un fratello, e riprende a fare il contadino, risultando sottoposto a continua vigilanza da parte della autorità fasciste.


Luciana Brunelli, Gianfranco Canali


Fonti e bibl.: Acs, Cpc, b. 1100, ad nomen; Asp, Questura, Schedati, b. 13, fasc. 10; Aicvas, Scheda biografica.  



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