• Ingresso delle truppe alleate a Città di Castello, 22 luglio 1944
  • Primo raduno degli ex perseguitati politici della provincia di Perugia (1945). Fra gli ospiti, il terzo da sinistra nella fila in alto è l'avv. Mario Berlinguer, padre di Enrico, ex deputato aventiniano allora fra i massimi responsabili dell'Alto commissa
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto” in marcia
  • Partigiani jugoslavi della “Gramsci” a Norcia nel giugno 1944
  • 11.	Comando del battaglione “Tito” della brigata “Gramsci”. Al centro Svetozar Laković “Toso”
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto”

Caroli Nazzareno

Nasce a Spello (PG) l'8 maggio 1886. Cantiniere/bracciante. Socialista. Frequenta la scuola fino alla seconda elementare e sin dalla giovane età professa idee socialiste, pur non essendo iscritto al partito. In occasione di fiere e mercati, a Spello e nei paesi limitrofi, fa il cantastorie e scrive canzonette popolari. Nel 1901, è condannato a 25 giorni di reclusione per lesioni personali ed, il 28 ottobre 1902, è condannato a 2 anni, un mese e 15 giorni di carcere per danneggiamento, tentata violenza carnale e furto. Nel 1904 espatria e fino al 1911 si sposta tra Lussemburgo, Germania e Svizzera. In Lussemburgo, è condannato a 9 mesi di carcere e 100 Franchi di multa per due reati di lesioni volontarie. Il 27 aprile 1910, il Tribunale di Interlaken, in Svizzera, lo condanna a 7 mesi di reclusione e due anni di espulsione dal cantone per falso in atto pubblico. Fa ritorno in Italia ed il 23 dicembre 1913 viene arrestato a Brescia per avere contravvenuto al foglio di via obbligatorio. Il 13 gennaio 1914, torna a Spello, dove versa in disagiate condizioni economiche. Partecipa alla Prima guerra mondiale. Dopo il congedo, nei primi mesi del 1919, frequenta il futuro Deputato socialista Ferdinando Innamorati, con il quale tiene alcuni comizi. Il 10 ottobre 1919, espatria in Belgio con regolare passaporto. Dapprima, si stabilisce a Seraing, in seguito, tra il 1921 ed il 1922, a Liegi ed a Peronnes-Lez-Binche. Nel 1923, vive a Fontaine l’Eveque, dove svolge il mestiere di minatore. Il 14 marzo 1924, sposa la belga Anna Maria Balcaen e nel 1928 chiede la cittadinanza belga, ma non la ottiene per l’impossibilità di pagare le tasse. Nel 1932, viene iscritto nell’elenco dei sovversivi. La direzione delle miniere presso la quale presta servizio gli affida la gestione di una pensione e cantina per operai, ma nel luglio del 1932 dichiara fallimento e viene arrestato il 9 settembre per bancarotta fraudolenta. Il 13 settembre viene scarcerato e sottoposto alla libertà provvisoria. Viene perquisita la sua abitazione e vengono rinvenuti timbri di gomma recanti la falce ed il martello, con la dicitura «Partito dei lavoratori del Belgio» e «Comité d’Assistance aux Chemeurs». È sospettato di aver costituito a La Louviére, insieme ad altre persone, un comitato socialista per l’assistenza ai disoccupati ed agli scioperanti. Nel dicembre del 1932, è accusato di aver contraffatto il passaporto del connazionale Francesco Bastioli, per espatriare clandestinamente in Olanda. Nel marzo del 1933, si trasferisce a Saint-Josse ten Noode, presso Bruxelles, ed in breve tempo fa perdere le proprie tracce fino al 1940, quando ottiene il rilascio di un passaporto. Risiede a Genval, dove lavora come venditore ambulante. Viene iscritto nella Rubrica di frontiera (Rf) ed il 2 settembre 1940 viene fermato al Brennero, mentre rimpatria dal Belgio, insieme alla moglie ad al nipote Giovanni. Viene arrestato con l’accusa di svolgere all’estero propaganda contro il fascismo e di aver organizzato un comitato socialista a sostegno dei disoccupati e degli scioperanti. L’8 novembre 1940, viene condannato al confino di polizia per due anni, nella colonia di Ventotene. Il 5 dicembre 1940, è trasferito nella colonia di Pisticci (MT), ma il 4 aprile 1941 torna a Ventotene. Durante il confino, mostra una buona condotta, dedicandosi al lavoro. Il 10 ottobre 1942, torna a Foligno ed inizia a lavorare come cuoco presso la mensa del Dopolavoro ferroviario di Foligno. Nel 1944, lavora come bracciante, conduce una vita ritirata e la sua condotta politica non desta preoccupazioni. Viene radiato dall’elenco dei sovversivi. Nel dopoguerra fa ritorno a Bruxelles, dove muore il 27 gennaio 1961.


Matteo Aiani


Asp, Questura di Perugia, Schedati, b. 13, fasc. 12; Acs, Cpc, ad nomen.



bk
organizzazioni
formazione
luogo
orientamento