• Ingresso delle truppe alleate a Città di Castello, 22 luglio 1944
  • Primo raduno degli ex perseguitati politici della provincia di Perugia (1945). Fra gli ospiti, il terzo da sinistra nella fila in alto è l'avv. Mario Berlinguer, padre di Enrico, ex deputato aventiniano allora fra i massimi responsabili dell'Alto commissa
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto” in marcia
  • Partigiani jugoslavi della “Gramsci” a Norcia nel giugno 1944
  • 11.	Comando del battaglione “Tito” della brigata “Gramsci”. Al centro Svetozar Laković “Toso”
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto”

Ceci fratelli

Armando, Giuseppe, Ulisse Ceci. Nascono a San Vito in Monte, (San Venanzo, Tr), rispettivamente il 14 aprile 1923, il 3 ottobre 1925, il 3 maggio 1925, i primi due sono fratelli, il terzo invece è un loro cugino. Coloni, residenti a Montelagello (Marsciano Pg). Renitenti alla leva della Repubblica sociale italiana (Rsi), insieme ai cugini Roberto Ceci e Nello Casaletti sono arrestati nella notte tra il 24 e il 25 marzo 1944 da una squadra di militi della Guardia nazionale repubblicana (Gnr) di Perugia. Condotti nei locali della Prefettura, subiscono violenti interrogatori da parte di ufficiali della Gnr che intendono conoscere informazioni sull'esistenza di altri renitenti, vengono quindi reclusi per tre giorni nel carcere di Perugia. La mattina del 28 marzo sono trasferiti a Marsciano e qui, in una sala del palazzo comunale, immediatamente processati dal Tribunale militare di guerra di Perugia, presieduto dal colonnello dell’esercito della Rsi Michele De Logu. Riconosciuti colpevoli del reato di renitenza alla leva, in base all’art. 2 del decreto legislativo del 18 febbraio 1944 n. 10, sono condannati a morte. Roberto Ceci e Nello Casaletti vengono invece condannati a 24 anni di reclusione, in quanto militari che non si erano presentati al reparto di appartenenza allo scadere di una licenza di convalescenza. Nonostante la presentazione di una domanda di grazia, la sentenza è immediatamente eseguita: i tre giovani sono fucilati presso il muro di cinta del cimitero di Marsciano da una squadra di dodici militi, comandata del tenente Pietro Facioni, appartenente alla «Compagnia della morte», reparto del 102° Battaglione bis della 102° Legione della Gnr di stanza a Perugia. Alcuni mesi dopo la Liberazione, il 5 aprile 1945, le salme vengono traslate dal cimitero di Marsciano a quello della frazione di Mercatello con una grande cerimonia pubblica.
 

Angelo Bitti 


Fonti e bibl.: Asf, Atmtf, f. 22198; Asp, Prefettura, Gabinetto, b. 39, fasc. «Eccidio fratelli Ceci Marsciano»; Luciano Cappuccelli, Antifascismo e Resistenza nella provincia di Perugia (Documenti e testimonianze), numero speciale di «Cittadino e provincia», Provincia di Perugia, Perugia 1975; (con Laura Lupi), Analisi di un eccidio: la fucilazione dei fratelli Ceci. I fatti, i protagonisti, le testimonianze, Crace, Comune di Marsciano, Perugia-Marsciano 2004.




  • Bolli Adolfo Nasce a Ponte San Giovanni (Pg) il 2 marzo 1869. Medico. Socialista. Arrestato e condannato al confino per attività antifascista, dopo la liberazione di Marsciano diviene Presidente del Cln. Muore a Marsciano l’11 febbraio 1950. LEGGI DI PIU' »
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