Nasce ad Amelia (Tr) il 3 marzo 1881. Possidente, pubblicista. Anarchico. Discende da famiglia nobile, che si trasferisce a Roma subito dopo la sua nascita. Frequenta il liceo classico e si iscrive all'università, ma abbandona gli studi senza aver raggiunto la laurea. Chiamato a prestare il servizio militare, per aver manifestato idee anarchiche, viene assegnato a una compagnia di disciplina. Dopo il servizio militare frequenta i giovani intellettuali dell'epoca, è amico, fin dagli anni del liceo, di Sergio Corazzini, Umberto Boccioni e Gino Severini, con i quali nel 1905 si reca a Parigi. Nel 1907 torna in Italia e si stabilisce prima a Firenze, poi a Maiòlati (An). Interventista nel 1914, è richiamato alle armi nel 1915 e partecipa alla guerra come autista; dopo la disfatta di Caporetto è addetto alla propaganda tra i soldati. Nel dopoguerra risiede per breve tempo a Milano, dove cerca di entrare in contatto con Mussolini per collaborare a «Il Popolo d’Italia». Nel maggio 1923 si reca a Spalato dove si trattiene per un mese frequentando circoli jugoslavi e facendo attiva propaganda antifascista e antinazionale. In questa occasione pubblica un opuscolo contro Mussolini. Nel settembre 1923 torna a Macerata, per trasferirsi nel maggio successivo a Maiòlati, dove ha frequenti contrasti con i fascisti. Subisce, insieme al figlio Ruggero, un attentato da parte fascista: viene colpito di striscio alla testa da un proiettile di rivoltella, mentre il figlio riceve due colpi alle gambe. Nell’aprile 1926 è arrestato perché trovato in possesso di documenti diffamatori nei confronti di Mussolini. Continua la sua attività di scrittore e a mantenere contatti epistolari con Romain Rolland e Andrè Gide, con i futuristi e con altri intellettuali del tempo quali Piero Gobetti, Giovanni Papini e Benedetto Croce che curò la prefazione della sua opera Virgia Evangelica dedicata a Umberto Boccioni.Nel marzo 1930 viene denunciato per aver denigrato, in un pubblico esercizio, la politica economica del governo. Nel novembre 1932 scrive a Mussolini per ottenere la concessione del passaporto per il Brasile, intendendo attuare nei Paesi dell'America Latina un corso di italianità con conferenze letterarie. Allo scopo di suffragare la sua richiesta, nella lettera diretta al capo del governo ricorda di aver già pubblicato libri di poesie e di filosofia, alcuni sotto lo pseudonimo di Fausto Contadino. Nel 1933 lascia l’Italia e si reca prima in Francia, poi in Spagna. Si stabilisce a Barcellona, dove vive nella più completa indigenza frequentando l’ambiente antifascista. Entrato in contatto con il capo del Partito radicale, Alejandro Lerroux, collabora con articoli antifascisti all’organo di stampa radicale «Renovacion». Nel periodo della guerra di Etiopia attenua i toni aspri nei confronti del fascismo. Allo scoppio della guerra civile spagnola si iscrive alla Federazione Anarchica Iberica, collabora con il giornale «El deluvio» e svolge propaganda antifranchista. Lavora anche come interprete presso la polizia speciale per gli stranieri. Nell’imminenza della caduta di Barcellona fugge in Francia. In questo periodo scrive e pubblica, in lingua francese, un libro di teoria politica antifascista: Il Plurimonismo e la Carta della Democrazia Moderna. Nel 1941 è internato dalle autorità francesi nel campo di concentramento di Argelès, per essere successivamente trasferito in quelli di Vernet e di Noè. Nel luglio 1942, riconsegnato alle autorità italiane, è tradotto a Terni; in ottobre viene condannato a cinque anni di confino a Ventotene. In seguito è internato a Renicci-Anghiari. Viene liberato nel settembre 1943. Muore a Roma il 28 febbraio 1953.
Marco Biscardi, Luciana Brunelli, Gianfranco Canali
Fonti e bibl.: Acs, Cpc, b. 1405, ad nomen; Maria Emanuela Graciotti, Alberto Colini e il Futurismo. Un provinciale nell'Europa del Primo Novecento, "Quaderni Storici Esini", I (2010).