• Ingresso delle truppe alleate a Città di Castello, 22 luglio 1944
  • Primo raduno degli ex perseguitati politici della provincia di Perugia (1945). Fra gli ospiti, il terzo da sinistra nella fila in alto è l'avv. Mario Berlinguer, padre di Enrico, ex deputato aventiniano allora fra i massimi responsabili dell'Alto commissa
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto” in marcia
  • Partigiani jugoslavi della “Gramsci” a Norcia nel giugno 1944
  • 11.	Comando del battaglione “Tito” della brigata “Gramsci”. Al centro Svetozar Laković “Toso”
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto”

Enei Bruno (Tito Speri)

Nasce a Barra Bonita, in Brasile (stato di San Paolo), il 17 luglio 1908. Insegnante. Liberalsocialista poi socialista. Primo di sei figli di contadini marchigiani emigrati, nel 1917 viene mandato a studiare in Italia. Frequenta il Seminario a Fermo, poi il Liceo classico a Gubbio. Nel 1932 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa; allievo dell'italianista Attilio Momigliano, è compagno di stanza dello scrittore sardo Giuseppe Dessì in un convitto religioso, entrambi amici del normalista Walter Binni. Nel 1934 segue Momigliano all'Università di Firenze, dove si laurea nel 1936. Dopo il corso per allievi ufficiali a Perugia, dal 1937 è insegnante di Lettere al Collegio degli Orfani e all'Istituto magistrale di Gubbio, quindi a quello di San Ginesio (Mc); rifiutando di iscriversi al Partito nazionale fascista (Pnf), non può partecipare a concorsi pubblici e insegna a lungo come supplente. Dal 1936 fa parte del gruppo liberalsocialista promosso da Capitini; nella sua abitazione perugina, in palazzo Calderini, si tengono le prime riunioni del comitato clandestino che dal 1936 riunisce antifascisti di varia tendenza politica; insieme con Binni tiene i rapporti con i liberalsocialisti fiorentini. Tra i suoi allievi a Gubbio ci sono Riccardo Tenerini e Primo Ciabatti, che egli nel 1937 mette in contatto con Capitini. Nel 1939 si sposa con Maria Biancarelli, eugubina, laureata in Lettere classiche all'Università di Roma, poi insegnante e dirigente dell'Unione donne italiane (Udi) nel dopoguerra. Richiamato alle armi nel giugno 1940 con il grado di sottotenente, viene inviato sul fronte francese; nel 1941 è di stanza a Padova, in rapporto con il gruppo liberalsocialista di Antonio Giuriolo, poi comandante partigiano; viene quindi inviato sul fronte jugoslavo. Nel dicembre 1940 ha partecipato, a Perugia, alla costituzione della sottosezione umbra del Reale Istituto di Studi filosofici promossa da Averardo Montesperelli e Capitini. Nel 1943 aderisce al Partito socialista italiano di unità proletaria (Psiup) e il 13 settembre è tra i promotori della brigata “San Faustino” nella zona di Pietralunga. Con il nome di battaglia di “Tito Speri” diventa comandante di uno dei battaglioni in cui si articola la formazione. Nello stesso periodo organizza con Capitini e Binni la latitanza in Umbria di Attilio Momigliano, ebreo, a Città di Castello e in altre zone. Disgregata la prima formazione della "San Faustino" a seguito della delazione di Giulio Baciotti, nel febbraio 1944, svolge insieme a Mario Bonfigli un ruolo attivo nella sua riorganizzazione. Il 28 aprile 1944 partecipa alla liberazione di Pietralunga, che per alcuni giorni diviene “zona libera”, e nel mese di maggio dirige numerosi attacchi a caserme repubblichine (ancora Pietralunga, Trestina e altre località tra Città di Castello e Gubbio) e azioni di sabotaggio sulle vie di collegamento tra Umbertide, Gubbio e le Marche. Il 20 giugno, in attuazione di una decisione del comandante della brigata Stelio Pierangeli (“Geo Gaves”), guida i suoi uomini verso Gubbio per liberarla, nello stesso giorno in cui gli inglesi entrano a Perugia. Nei giorni successivi alla strage dei “Quaranta Martiri” è il referente degli Alleati per la zona di Gubbio. Dopo la liberazione della città fa parte con Binni della redazione del settimanale del Comitato provinciale di liberazione nazionale (Cpln), il “Corriere di Perugia”, diretto da Capitini, dove cura il “Notiziario militare” sull'andamento della guerra in Italia e nel mondo e pubblica sistematici resoconti delle riunioni dei Centri di orientamento sociale promossi da Capitini, di cui è attivo organizzatore; contemporaneamente è dirigente del Psiup. Dall'ottobre 1944, dopo l'abbandono del “Corriere di Perugia” da parte di Capitini e Binni, è lui a dirigere il giornale. Dall'aprile 1945 è vicesegretario del comitato provinciale dell'appena costituita Associazione nazionale Partigiani d'Italia (Anpi); ne è segretario Dario Taba, comunista, ex-commissario politico della “San Faustino”. Da dirigente del Psiup, nel 1946 svolge un ruolo attivo nella campagna per le elezioni comunali, per il referendum e per l'Assemblea Costituente. Nel 1947, dopo la scissione di Palazzo Barberini, come Binni non entra né nel Psi di Nenni né nel Psli di Saragat. Nel 1950 torna in Brasile, seguito dalla famiglia nel 1951. Insegna Letteratura italiana in un liceo e poi all'Università di Ponta Grossa, pubblicando studi critici e svolgendo un'intensa attività didattica, incontrando ricorrenti difficoltà per ragioni ideologiche e politiche, nel Brasile dei colpi di stato e delle dittature militari. Muore d'infarto al funerale di un amico, l'8 gennaio 1967.


Lanfranco Binni


Fonti e bibl.: Fabrizio Bracco (a cura di), Corriere di Perugia (1944-1945), ris. ana., Perugia, Editrice umbra cooperativa, 1980; Luciana Brunelli, La strage dei “quaranta martiri” di Gubbio: note per una storia della memoria, «Storia e problemi contemporanei», n. 28, dicembre 2001; Luciana Brunelli, Giancarlo Pellegrini, Una strage archiviata. Gubbio 22 giugno 1944, Bologna, Il Mulino, 2005; Sigrid Lange Scherrer Renaux, Hein Leonard Bowles, Bruno Enei, Ponta Grossa, Todapalavra Editora, 2010; Alla ricerca di Bruno Enei, intervista di Lanfranco Binni a Maurizio Mori, «Micropolis», 20/2 (2015); Alvaro Tacchini, Guerra e Resistenza nell’Alta Valle del Tevere (1943-1944), Città di Castello, Petruzzi Editore, 2015; Lanfranco e Marta Binni, Storia di Bruno Enei. Il dovere della libertà, Il Ponte, Firenze 2019.





  • Capitini Aldo Nasce a Perugia il 23 dicembre 1899. Insegnante. Liberalsocialista. Diffidato e arrestato per la sua condotta antifascista e antimilitarista, dopo l'Armistizio rimane in clandestinità fino alla liberazione del capoluogo umbro. Muore a Perugia il 19 ottobre 1968. LEGGI DI PIU' »
  • Binni Walter Nasce a Perugia il 27 novembre 1913. Professore. Liberalsocialista. Dopo l'armistizio dell'8 settembre, è fra i costituenti del Cln perugino e finita la guerra viene eletto all'Assemblea Costituente. Muore a Roma il 27 novembre 1997. LEGGI DI PIU' »
  • Ciabatti Primo Nasce a Citerna (Pg) il 21 aprile 1920. Postelegrafonico. Comunista. Riconosciuto partigiano combattente della brigata "Francesco Innamorati", muore a causa di un agguato tedesco il 7 maggio 1944 nei pressi di Cagli (Pu). LEGGI DI PIU' »
  • Tenerini Riccardo Nasce a Castiglione della Valle (Marsciano, Pg) l'8 marzo 1920. Insegnante. Comunista. Fu una delle figure principali dell'antifascismo e della Resistenza in Umbria. Muore a Perugia il 5 marzo 1985. LEGGI DI PIU' »
  • Baciotti Giulio Nasce a Gubbio (Pg) il 14 febbraio 1919. Operaio meccanico. Antifascista. Nel 1944 viene arrestato fornendo informazioni sull'attività della Brigata San Faustino. Dopo la guerra risulta residente in Lussemburgo. LEGGI DI PIU' »
bk
organizzazioni
formazione
luogo
orientamento