• Ingresso delle truppe alleate a Città di Castello, 22 luglio 1944
  • Primo raduno degli ex perseguitati politici della provincia di Perugia (1945). Fra gli ospiti, il terzo da sinistra nella fila in alto è l'avv. Mario Berlinguer, padre di Enrico, ex deputato aventiniano allora fra i massimi responsabili dell'Alto commissa
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto” in marcia
  • Partigiani jugoslavi della “Gramsci” a Norcia nel giugno 1944
  • 11.	Comando del battaglione “Tito” della brigata “Gramsci”. Al centro Svetozar Laković “Toso”
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto”

Falaschi Fosco

Nasce a Città di Castello (Pg) il 21 novembre 1899. Fornaciaio. Anarchico. Nel 1906 segue la famiglia che emigra in Argentina e si stabilisce a Tigre, nei pressi di Buenos Aires. Nel 1916 lavora come fornaciaio a Buenos Aires. Nel 1919 si iscrive alla Società operaia tra i fornaciai e nel 1923 ne diviene segretario. Nel settembre 1923 viene arrestato con l'accusa di aver incitato allo sciopero i lavoratori. Nel 1928 è colpito da mandato di cattura per attentato alla libertà del lavoro. Per analoghi motivi viene arrestato nell'aprile 1930 e nel gennaio 1933. Insieme alla militanza sindacale, svolge attività politica nel gruppo anarchico «Umanità Nova» e nell'associazione «Alleanza antifascista italiana». È autore di EI trabajo responsabile, un opuscolo contenente originali e interessanti riflessioni di etica del lavoro. Nel luglio 1933 viene espulso dall' Argentina per attività sovversiva. Giunto con il piroscafo «Biancamano» a Genova, è avviato con foglio di via a Città di Castello. Nell'agosto 1933, dopo pochi giorni di permanenza nel comune umbro, si rende irreperibile. In settembre è arrestato dai carabinieri di Moncenisio, mentre tenta di espatriare clandestinamente. Ricondotto a Città di Castello, elude più volte la sorveglianza della polizia rendendosi irreperibile. A causa di ciò nell'aprile 1934 viene sottoposto ai vincoli dell'ammonizione. Ma, nell'agosto successivo, fa di nuovo perdere le tracce e riesce a emigrare clandestinamente in Francia. Passato successivamente in Spagna, si stabilisce a Barcellona dove collabora ai periodici anarchici «Solidariedad Obrera» e «Tierra y Libertad». Allo scoppio della guerra civile, si arruola nella Colonna Italiana. Muore il 28 agosto 1936 nello scontro sul Monte Pelato. La notizia della sua morte è riportata a grandi caratteri dai quotidiani di Barcellona. 


Luciana Brunelli, Gianfranco Canali




Fonti e bibl.: Acs, Cpc, b. 1931, ad nomen; Aicvas, Scheda biografica; Aldo Garosci, Storia dei fuorusciti, Laterza, Bari 1953, ad indicem; Alvaro López (a cura di), Antifascisti italiani caduti nella guerra di Spagna 1936-1939. Combattenti antifascisti di Spagna caduti nella lotta di liberazione in Italia, Quaderno Aicvas n. 1, Roma 1982; Alvaro López (a cura di), La Colonna Italiana, Quaderno Aicvas n. 5, Roma 1985.



bk
organizzazioni
formazione
luogo
orientamento