• Ingresso delle truppe alleate a Città di Castello, 22 luglio 1944
  • Primo raduno degli ex perseguitati politici della provincia di Perugia (1945). Fra gli ospiti, il terzo da sinistra nella fila in alto è l'avv. Mario Berlinguer, padre di Enrico, ex deputato aventiniano allora fra i massimi responsabili dell'Alto commissa
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto” in marcia
  • Partigiani jugoslavi della “Gramsci” a Norcia nel giugno 1944
  • 11.	Comando del battaglione “Tito” della brigata “Gramsci”. Al centro Svetozar Laković “Toso”
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto”

Filippetti fratelli

Antonio, Filippo, Mariano, Tommaso Filippetti. Nascono a Gualdo Tadino (Pg), rispettivamente il 13 giugno 1909, il 9 settembre 1911, il 9 dicembre 1903 e il 21 luglio 1896. Minatori. Comunisti. Iscritti nel registro dei sovversivi residenti all'estero. Tommaso nel 1920, appena tornato dagli Stati Uniti, si stabilisce in Lussemburgo ad Esch-sur-Alzette e poco tempo dopo viene raggiunto dai fratelli. Sottoposti a vigilanza, il 7 dicembre 1936 vengono espulsi dal Lussemburgo per aver svolto propaganda comunista. Dalla comunicazione della Regia Legazione italiana in Lussemburgo si apprende che Antonio era la persona incaricata della distribuzione dei giornali ed opuscoli comunisti. Si trasferiscono in Francia ad Audun-le-Tiche dove sono conosciuti per le loro idee antifasciste. Nel 1937 viene disposta la loro iscrizione nella Rubrica di frontiera (Rf) per perquisizione e segnalazione. Intanto Tommaso è nominato per conto della Lega italiana dei diritti dell'uomo (Lidu) consigliere nazionale dell'Unione popolare italiana (Upi) e iscritto nell'albo d'onore dei sottoscrittori.Durante la guerra e l'occupazione nazista i fratelli Filippetti rimangono a lavorare nella miniera di Audun le Tiche fino al 3 febbraio 1944, giorno dell'arrivo della Gestapo. Dopo la prigione e gli interrogatori, Tommaso, Filippo e Mariano vengono deportati nel campo di Natzweiler per poi essere trasferiti in quello di Dora. Antonio è l'unico che riesce a sfuggire al rastrellamento e morirà il 15 dicembre 1959 a causa di un incidente in miniera. Tommaso dal 2 marzo 1945 è al campo di Mittelbau e poi viene trasferito a Bergen Belsen dove, poco dopo la liberazione, muore di tifo; Mariano muore durante l'internamento nel campo di Dora, mentre Filippo è l'unico a salvarsi.


Marco Biscardi


Fonti e bibl.: Asp, Questura, Schedati, b. 18, fascc. 6, 7, 9, 11; Olga Lucchi, Li presero ovunque. Storie di deportati umbri, Mimesis Edizioni, Milano-Udine 2010, p. 286.



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