Imprenditore edile. Comunista. Nasce a Moiano (Città della Pieve, Pg) il 6 settembre 1912. Nel luglio 1927 si trasferisce a Roma a causa delle persecuzioni fasciste subite dalla famiglia, per via dell'attività di propaganda socialista svolta dal padre Alessandro. Lavora con il padre come muratore, mentre si avvicina alle idee comuniste ed entra nel partito, insieme al fratello Alvaro “Andrea”, durante gli anni Trenta. Dopo l'Otto settembre entra a far parte dei Gruppi d'azione patriottica (Gap) romani, dove stringe amicizia con Giorgio Amendola, diventandone uno dei comandanti dopo l'arresto di Antonello Trombadori. Viene inviato nei primi mesi del 1944 a Moiano, sua paese di origine, dalla giunta militare del Cln di Roma per coordinare la Resistenza nella zona sud-ovest del Trasimeno, occasione in cui ritrova il vecchio amico Solismo Sacco. Insieme, il 4 marzo danno vita alla brigata “Risorgimento”, unendo le bande di Moiano, Monteleone d'Orvieto, Paciano, Panicale, Sanfatucchio-Macchie diventandone il comandante militare. Entra però presto in contrasto con il col. Silvio Marenco, fondatore e comandante delle bande SIMAR, che si rifiuta di riconoscere l'autorità dei Cln locali, in questo caso quello di Moiano, a cui Marchini aderisce. Viaggia costantemente tra Roma e Moiano, partecipando all'organizzazione dell'attacco realizzato a via Rasella il 23 marzo, cui segue la rappresaglia alle Fosse Ardeatine. Insieme al fratello Alvaro organizza in tipografie clandestine la stampa e la diffusione del giornale “l'Unità” durante l’occupazione nazista. Si occupa, inoltre, di portare a termine la costruzione del palazzo di via delle Botteghe Oscure, in seguito sede del Pci.Al termine della guerra si stabilisce a Roma, dove partecipa al VI congresso del Pci e risulta come uno dei maggiori finanziatori de “l'Unità”, occupandosi inoltre della ditta di famiglia “Immobiliare Marchini”. Ricopre la carica di consigliere del fratello quando questi ricopre la carica di presidente della AS Roma tra il 1969 e il 1971 e, durante gli anni Settanta, viene indagato più volte per evasione fiscale.Muore a Roma il 23 ottobre 1988.
Benito Totino
Fonti e bibl.: Relazione riepilogativa sull'attività della Brigata «Risorgimento», in S. Bovini (a cura di), L'Umbria nella resistenza, vol. II, Editori Riuniti, Roma 1972.