Nasce a Ponte Felcino (Pg) il 23 gennaio 1888. Operaio meccanico. Anarchico. Inizia giovanissimo a lavorare come fabbro. Nell'agosto 1914 espatria, stabilendosi a Ginevra. Con l'intervento italiano nella prima guerra mondiale, viene chiamato alle armi. Rifiutatosi di rientrare in Italia, è dichiarato disertore. A Ginevra milita attivamente nel gruppo anarchico animato dal tipografo Luigi Bertoni e collabora al giornale «Il Risveglio». Nel luglio 1919, a seguito della sua attività politica viene prima arrestato e poi colpito da decreto di espulsione; in novembre è rimpatriato con foglio di via obbligatorio. Giunto a Perugia, dovendo assolvere agli obblighi militari, viene subito inquadrato nel plotone misto del Comando di Distretto e assegnato al Deposito del 510º Fanteria. Fuggito nel corso del trasferimento al nuovo reparto, il giorno seguente è arrestato nella sua abitazione di Ponte Felcino. Tradotto a Brindisi presso la Delegazione Intendenza Albania-Macedonia, viene destinato a un reparto di stanza in territorio albanese. Nel settembre 1920, colpito da febbri malariche, è ricondotto in Italia e, in ottobre, viene aggregato al Distaccamento malarici di Arpino. Dopo un periodo di convalescenza, nel dicembre 1920 è assegnato, con il grado di caporale, al 790º Reggimento Fanteria di Venezia. Congedato nel gennaio 1921, torna a Perugia, dove trova lavoro alla Siamic (Società industrie aeronautiche e meccaniche Italia centrale) e si distingue come un tenace oppositore del fascismo. Nell'aprile 1921 viene denunciato, insieme ad altri anarchici, per associazione a delinquere e per abusiva fabbricazione di materie esplosive. Colpito da mandato di cattura, si rende irreperibile; sottoposto a procedimento giudiziario, nel novembre 1921 viene assolto per insufficienza di prove. Dal 1922 al 1927 è a Milano, dove lavora come meccanico in diverse officine. Nel maggio 1927 è diffidato e nell'ottobre successivo espatria clandestinamente in Francia. Stabilitosi a Parigi, si fa notare per l'intensa attività di organizzazione e propaganda svolta nel movimento anarchico. Nel 1929 è uno dei promotori della costituzione della sezione dell'Unione comunista anarchica Iialiana (Ucai) in Francia e del quindicinale «La lotta anarchica», di cui assume la direzione con Camillo Berneri. Nel 1933 fa parte del Comitato nazionale pro-vittime politiche d'Italia e della Lega italiana dei diritti dell'uomo (Lidu). Alla fine del 1933 partecipa alla fondazione della Federazione anarchica comunista dei Rifugiati Italiani in Francia e entra nel comitato di redazione del suo organo di stampa «Lotte sociali». Tra il 1933 ed il 1935 viene raggiunto più volte da decreti di espulsione, ma riesce sempre a evitare il rimpatrio. Nel 1935 per reazione al decreto di espulsione partecipa, insieme ad altri fuorusciti politici espulsi, ad agitazioni in cui viene rivendicato il diritto d'asilo. Nel gennaio 1936 è arrestato per infrazione al decreto di espulsione e uso di falsi documenti di identità; viene condannato a 15 giorni di carcere. Scoppiata la guerra civile spagnola, si mobilita a favore delle forze repubblicane e fa parte, insieme a Virgilio Gozzoli e Umberto Tommassini, di una commissione incaricata di tenere i contatti con il Comitato anarchico spagnolo di Parigi allo scopo di stabilire le modalità di invio di armi e volontari. Sul finire del 1936 raggiunge Barcellona. La polizia fascista trova il suo nome in un elenco di volontari della Colonna Italiana posseduto da un anarchico reduce dalla Spagna. Nella capitale catalana lavora anche come redattore del giornale anarchico «Guerra di classe». Nell'ottobre 1937 viene di nuovo segnalata la sua presenza a Parigi, dove continua a svolgere attività politica antifascista. Dopo la sconfitta militare subita dalla Francia nel corso del secondo conflitto mondiale, è uno degli organizzatori della Resistenza parigina. Agli inizi del 1941 viene arrestato dalla polizia tedesca e deportato in Germania nel campo di concentramento di Treviri, dove muore il 20 maggio 1942. Nel dopoguerra il governo De Gaulle assegna la Legion d'Onore alla sua memoria e riconosce alla moglie il diritto alla pensione in quanto vedova di guerra.
Luciana Brunelli, Gianfranco Canali
Fonti e bibl.: Acs, Cpc, b. 3146, ad nomen; Aicvas, Scheda biografica; Ugo Bistoni, Profilo di un combattente anarchico: Leonida Mastrodicasa (Numitore), in «Umanità nova», 6 aprile 1968; Sergio Bovini (a cura di), L'Umbria nella Resistenza, vol. I, Editori Riuniti, Roma 1972; Alvaro López (a cura di), La Colonna Italiana, Quaderno Aicvas n. 5, Roma 1985.