Nasce a Marsciano (Pg) il 13 maggio 1891. Commerciante. Antifascista. Nel 1912 si trasferisce a Nizza, dove si dedica al commercio. Espulso dalla Francia per frode all'erario, il 3 dicembre 1932 giunge in Belgio con un passaporto rilasciatogli dal comune di Nizza. Il 22 marzo, munito di un foglio di via obbligatorio, è costretto a lasciare Anderlecht, città dove si era stabilito, e a tornare in Italia. Agli inizi del 1934 si trasferisce a Perugia. Il 1 maggio 1937, a seguito di una lettera anonima inviata alla questura del capoluogo umbro, è accusato di fare parte di un'organizzazione clandestina antifascista, di svolgere propaganda sovversiva e di essere rimpatriato per compiere una missione pericolosissima. La lettera è scritta da un sedicente pentito della stessa associazione, che dice di essere di Umbertide. Il 7 maggio è arrestato, ma rilasciato dopo qualche giorno perchè le accuse si dimostrano infondate. Il 7 novembre 1938, la Pretura di Genova lo condanna a un anno e due mesi di reclusione per truffa. Il 10 febbraio 1943 è arrestato a Perugia, in seguito alla denuncia del sergente del Regio Esercito Luigi Gentili. Quest'ultimo dichiara alla polizia di averlo conosciuto alcuni giorni prima e di aver sentito da lui alcune dichiarazioni sulla guerra e sul regime. Secondo tali affermazioni la guerra sarebbe dovuta concludersi entro il successivo mese di ottobre, sarebbe stato imminente uno sbarco degli inglesi in Sicilia e un colpo di Stato che avrebbe provocato la sostituzione del Re con il Principe ereditario, la cacciata di Mussolini e la nomina a Capo del governo di Badoglio o Graziani. Il 5 aprile 1943, accusato di aver svolto propaganda contro il regime e contro la guerra è assegnato al confino per tre anni presso le isole Tremiti. Il 16 agosto è disposta la revoca del provvedimento. Nell'agosto del 1955 subisce una condanna per estorsione.
Antonio Pio Lancellotti
Fonti e bibl.: Acs, Cpc, b. 3425, ad nomen; Asp, Questura, Schedati, b. 27, f. 39.