Nasce a Magione (Pg) il 24 Marzo 1905. Meccanico. Comunista. A circa un anno, nel 1906, la sua famiglia emigra a Cannes (Francia) per motivi lavorativi. Nella città delle Alpi Marittime apre un bottega di cicli e motocicli. Iscritto al Fascio della città, nel 1934 viene espulso per «tradimento» a causa delle sue relazioni con «ambienti estremisti» e della sua «attività sovversiva». A luglio dello stesso anno è fermato dalle autorità francesi insieme ad altri elementi sovversivi durante una riunione comunista. In agosto, come conseguenza del fermo, è espulso dalla Francia per «motivi politici». Dopo l'allontanamento dal territorio francese si hanno notizie incerte sul suo conto: prima è in Belgio come nullatenente, poi è combattente in Spagna. Nel frattempo le autorità italiane lo iscrivono in Rubrica di frontiera (Rf) per il provvedimento di perquisizione e segnalazione. Il 9 maggio 1938 è nuovamente rintracciato a Cannes e segnalato come «militante della partito comunista molto attivo nella propaganda [… e] segretario della sezione della gioventù comunista». Il 17 novembre 1939 è arrestato ed internato nel campo d'internamento di Vernet sur Ariège, insieme ad altri prigionieri politici italiani, dove rimane fino al novembre del 1940; ottiene allora dalla Commissione di armistizio in Francia un permesso di undici giorni per assistere la moglie Rosa Giannotti, gravemente malata. Da qui, insieme alla moglie si sposta prima a Cannes e poi a Mentone, dove è arrestato il 13 dicembre 1940. Pochi giorni dopo l'arresto, la moglie muore in ospedale per l'aggravarsi della malattia. Il 23 dicembre viene tradotto a Perugia, il 9 gennaio 1941 è affidato al podestà di Magione (Pg). Una volta rilasciato è sottoposto a «riservata ed oculata vigilanza». Si stabilisce in località Dirindello (Magione, Pg), successivamente viene assunto nello stabilimento aeronautico SAI di Passignano. Nella fabbrica si mette in contatto con Alberto Mancini – anch'egli emigrato in Francia e reduce dalla Guerra civile spagnola – ed insieme organizzano la cellula comunista di Passignano, dando vita inoltre ad un'intensa attività sindacale nello stabilimento. L'impegno politico è confermato da una missiva della Commissione di armistizio in Francia al ministero dell'Interno – datata 7 aprile 1942 – nella quale si afferma che «il partito comunista è contento dell'attività sovversiva che sta svolgendo Pompili in Italia». Nella Resistenza prende parte come sottotenente della brigata “Francesco Innamorati” agli ordini di Dario Taba. In seguito allo scioglimento della stessa, dopo i rastrellamenti tedeschi del marzo 1944, combatte nella brigata “Primo Ciabatti”. All'indomani della Liberazione ricopre varie cariche all'interno del Comitato di liberazione nazionale (Cln) di Magione.Muore a Perugia il 20 dicembre 1976.
Yuri Capoccia
Fonti e bibl.: Acs, Cpc, b. 4075, ad nomen; Asp, Questura, Schedati, b.33, fasc. 3; L. Brunelli e G. Canali, L'antifascismo umbro e la guerra civile di Spagna, Editoriale Umbra, Foligno 1992.