Nasce a Terni l'8 ottobre 1907. Sarto. Comunista. Durante gli anni giovanili sviluppa una forte avversione al fascismo dopo essere stato vittima di un'aggressione a colpi d'arma da fuoco da parte degli squadristi. Nel 1925 è a Roma dove lavora come apprendista sarto. La questura capitolina lo rimpatria poiché fortemente impegnato nella propaganda antifascista. Ritornato nella città natale, la notte del primo maggio scrive sulle mura cittadine frasi inneggianti alla festa dei lavoratori. Nel 1927 è arrestato per ingiurie rivolte al Re. Trasferitosi a Milano per esigenze lavorative, nella città meneghina, come a Roma, si distingue per una forte avversione al regime fascista che lo porta ad essere arrestato e rimpatriato. Al rientro a Terni si avvicina ad Alfredo Filipponi, figura di maggiore spicco del comunismo ternano, iscrivendosi al Partito comunista d'Italia (Pcd'I). Inoltre, entra nella cellula comunista di cui fanno parte Remo Righetti e Vicenzo Inches. Nel 1932 è arrestato per la diffusione di volantini comunisti; dopo alcuni giorni in carcere viene rilasciato ed ammonito. Un suo compagno, Efraim Luzzi , è invece confinato. Pressi promuove un sottoscrizione per i figli del compagno confinato, ma la polizia interviene e lo pone in stato di fermo. Una volta rilasciato, insieme alla moglie, porta in casa la figlia di Luzzi, anche questa azione lo rende inviso alla autorità: è sottoposto a numerosi fermi e perquisizioni. A seguito di un successivo arresto e soprattutto delle dure condizioni in cui è detenuto, la sua salute diviene cagionevole ed è ricoverato in sanatorio, prima a Perugia, poi a Napoli ed infine a Poggioreale (Tp). È dimesso, una volta guarito, alla fine del 1938. Con l'avvento della guerra viene nuovamente arrestato nel 1942 a causa di una disputa politica con il delegato del podestà. All'indomani della caduta del fascismo, il 25 luglio 1943, partecipa attivamente ai festeggiamenti per la destituzione di Mussolini. La guerra tuttavia non termina: l'Otto settembre viene firmato l'armistizio, i tedeschi rispondono occupando l'Italia. La scelta è quella della Resistenza e della guerra di Liberazione: fa parte del servizio informazione del Comitato di liberazione nazionale (Cln) cittadino, ma soprattutto la sua bottega diviene la base di appoggio per la formazione partigiana, successivamente inquadrata nella brigata “Gramsci”, che opera sul Monte Torre Maggiore, sopra Cesi (Terni). Come testimoniato da Aldredo Checchi nella dichiarazione per il riconoscimento della qualifica di partigiano al sarto comunista: «la casa del Pressi fu la nostra base per ricevere direttive, rifornimenti, informazioni, tanto che la polizia repubblichina individuò tale base e [lo] incarcerò[...]». È arrestato per attività di fiancheggiamento dai paracadutisti e condotto al comando militare tedesco di San Gemini (Terni), dove viene percosso e sottoposto ad altri maltrattamenti. Nel maggio del 1944, con l'avanzamento degli alleati, esce dal carcere e diviene presidente del Cln cittadino di Cesi. Nel dopoguerra, è ufficiale di stato civile sino al fallito attentato a Palmiro Togliatti, il 14 luglio 1948, quando, nel clima di conflitto e di paura in cui cade il paese, viene arrestato, a seguito di una delazione e condannato ad undici mesi di carcere e a 26 mila lire di ammenda per possesso di un'arma non denunciata.Muore a Terni il 29 aprile 1955.
Yuri Capoccia
Fonti e bibl.: Asisuc, Anpi Terni, Resistenza/Liberazione, b.10, f. 11.