• Ingresso delle truppe alleate a Città di Castello, 22 luglio 1944
  • Primo raduno degli ex perseguitati politici della provincia di Perugia (1945). Fra gli ospiti, il terzo da sinistra nella fila in alto è l'avv. Mario Berlinguer, padre di Enrico, ex deputato aventiniano allora fra i massimi responsabili dell'Alto commissa
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto” in marcia
  • Partigiani jugoslavi della “Gramsci” a Norcia nel giugno 1944
  • 11.	Comando del battaglione “Tito” della brigata “Gramsci”. Al centro Svetozar Laković “Toso”
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto”

Tega Renato

Nasce a Spello (Pg), il 6 gennaio 1887. Impiegato e insegnante. Socialista. Figlio di Teodorico e Lupparelli Nicolina. Di buona cultura, completa gli studi per l’insegnamento elementare. Iscritto al Psi, dirige la Sezione socialista rivoluzionaria di Spello, dove esercita una intensa attività di propaganda. Nel luglio 1908, è eletto Consigliere comunale di Spello. Nel 1910 vive ad Assisi, dove lavora come istitutore nel convitto «Principe di Napoli». Nel 1912, si trasferisce nel reatino, a Casaprota, per prestare servizio presso il Comune in qualità di Segretario. Collabora in maniera continuativa alla redazione del giornale anticlericale di Assisi «Unione democratica» e redige articoli anche per altri periodici socialisti della regione. Il 10 luglio 1912, in qualità di rappresentante della Sezione di Assisi, partecipa a Reggio Emilia al XIII Congresso nazionale socialista, che vede la vittoria dell'ala rivoluzionaria. Il 18 luglio 1913, inizia a lavorare presso il Comune di Molinella (Bo), con la mansione di vicesegretario comunale. In occasione degli scioperi del 10 e 11 giugno 1914 presiede comizi a Spello e Foligno. Il 12 giugno, per aver partecipato alle insurrezioni della Settimana rossa, è colpito da un mandato di cattura ed è costretto a rifugiarsi in Svizzera. Con l’amnistia del 29 dicembre 1914 può tornare in Italia. Il 14 gennaio 1915 è licenziato dall’incarico di vicesegretario comunale, per decisione del Regio Commissario di Molinella. Nel 1915, vive a Molinella e sposa Bice Baviera. Viene costantemente sorvegliato. Il 16 agosto, si trasferisce ad Argenta (Fe), dove svolge la funzione di vicesegretario comunale. E’ tenuto sotto sorveglianza; nel contempo è riformato dal servizio militare. Nel dicembre 1916, insieme a Gaetano Zirardini, segretario della Camera del Lavoro di Argenta, e Giulio Mezzogori, sindaco di Argenta, svolge propaganda contro la guerra. Tiene molti comizi contro il governo, la guerra e la borghesia sostenitrice del conflitto. E' ritenuto pericoloso per l’ordine pubblico ed il Segretariato generale degli affari civili presso il Comando supremo del Regio esercito ne dispone l’allontanamento coatto dalle zone di guerra. Con foglio di via obbligatorio, il 29 dicembre 1916, è condotto a Benevento. Il 15 gennaio 1917, senza alcuna autorizzazione, si trasferisce a Roma e, il 7 giugno, torna a Spello. Viene diffidato dai Carabinieri per le sue azioni sovversive. Il 14 gennaio 1918, è arrestato a Molinella per esservisi recato senza autorizzazione e condannato dal Pretore di Budrio a 15 giorni di carcere. E' tradotto a Spoleto per essere sottoposto a visita medica militare, quindi è arruolato nell'esercito. Dal 5 all’8 ottobre 1919, partecipa al Congresso nazionale socialista a Bologna e a quello dei Segretari delle Sezioni socialiste della provincia. Nei primi anni Venti, il proprio impegno politico è limitato ai circoli socialisti e alla cura di alcune pubblicazioni sui giornali. Torna a ricoprire l’incarico di vicesegretario nel Comune di Molinella. Nel 1923, espatria in Francia dove pubblica, insieme ad altre persone, un giornale socialista. E' segnalato al Regio Console d’Italia a Nancy. Dopo pochi mesi, si trova in Lussemburgo, ma nei primi giorni di luglio si stabilisce ad Asti, dove è raggiunto dalla moglie. Qui, lavora presso lo studio di un geometra. Viene tenuto sotto sorveglianza dalle autorità, ma la sua condotta non desta preoccupazioni. Nel 1924, torna a Bologna, per lavorare come insegnante elementare. Continua la propria attività di propaganda. Il 27 novembre 1926, la Commissione provinciale per il confino di polizia di Bologna lo assegna al confino per un anno nella colonia di Lipari. Scontata la pena, fa ritorno a Bologna. E’ tenuto sotto costante sorveglianza. Nel 1929, è impiegato comunale presso la biblioteca. Dal 1937 insegna presso la scuola elementare «Ercolani». Muore a Bologna il 9 novembre 1955.


Matteo Aiani


Asp, Questura di Perugia, Schedati, b. 44, fasc. 25; Acs, Cpc, ad nomen; Maria Selina Ametrano e Arnaldo Perrino, Costituenti dall'Umbria. Un contributo alla nascita della democrazia, Perugia, Isuc; Foligno, Editoriale Umbra, 2008, p. 148.



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