• Ingresso delle truppe alleate a Città di Castello, 22 luglio 1944
  • Primo raduno degli ex perseguitati politici della provincia di Perugia (1945). Fra gli ospiti, il terzo da sinistra nella fila in alto è l'avv. Mario Berlinguer, padre di Enrico, ex deputato aventiniano allora fra i massimi responsabili dell'Alto commissa
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto” in marcia
  • Partigiani jugoslavi della “Gramsci” a Norcia nel giugno 1944
  • 11.	Comando del battaglione “Tito” della brigata “Gramsci”. Al centro Svetozar Laković “Toso”
  • Partigiani della “S. Faustino Proletaria d'urto”

Tomović Milan

Nasce vicino Berane (Montenegro) nel 1921. Comunista. Studente. Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale e la successiva invasione della Iugoslavia il padre, ricco industriale, decide di emigrare negli Stati Uniti. Sceglie di non seguirlo e rimane in Montenegro con la madre e i fratelli. Brillante studente universitario in Filosofia, nel 1940 entra a far parte della Skoj (Savez Komunističke Omladine Jugoslavije, Lega della gioventù comunista jugoslava) e inizia il suo impegno nella Resistenza, partecipando alla grande insurrezione anti-italiana iniziata il 13 luglio 1941. In uno dei tanti scontri a fuoco, viene gravemente ferito alla gola, portandone poi segni permanenti. Nella primavera del 1942 viene arrestato nei pressi di Berane e tradotto in un campo sul litorale albanese, non lontano da Scutari. Tradotto successivamente in Italia, viene destinato al campo di Colfiorito (Foligno, Pg). Nell'autunno 1943, quando il campo di Colfiorito ha cessato di funzionare a seguito della fuga in massa nella notte fra il 22 e il 23 settembre, Milan si trova, insieme a un compagno di prigioniia montenegrino, ricoverato - sotto stretta sorveglianza - all'ospedale di Foligno, a causa di un aggravamento delle sue già precarie condizioni di salute. Qui entra in contatto con il gruppo che si va organizzando sopra Spello per iniziativa di Luciano Formica, Marcello Formica, Antonio Bordoni, Balilla Bordoni, Benito Balducci e Persiano Ridolfi. Il contatto avviene grazie a Marcello e Giorgina Formica, che conoscono Milan in ospedale mentre prestavano assistenza alla madre malata e lì ricoverata.  Insieme a loro entra subito in azione, dimostrandosi fra i più determinati. A fine novembre 1943 il gruppo subisce un forte rastrellamento e deve abbandonare la base di Colpernieri (Spello, Pg), indirizzandosi verso il nucleo principale della IV brigata Garibaldi Foligno. Nel dicembre 1943 Milan è costretto ad un nuovo ricovero, in clandestinità, all'ospedale di Foligno per tubercolosi. Ad inizio febbraio 1944, con la riorganizzazione e definitiva strutturazione della brigata, entra nel battaglione che di lì a due settimane viene intitolato ad Angelo Morlupo, sotto il comando di Franco Lupidi. Il gruppo si divide ben presto in due, una parte al comando di Luciano Formica, l'altra ai suoi ordini. Ad inizio marzo è costretto di nuovo ad abbandonare la lotta per un riacutizzarsi della malattia. Muore all'ospedale di Perugia, dove era stato portato sotto falso nome, il 22 marzo 1944. Sepolto nel cimitero civico, nel 1973 viene traslato al Sacrario degli Jugoslavi di Sansepolcro. Nel maggio 2011 gli viene co-intitolata, insieme a Mario Bonfigli, la sezione cittadina di Perugia dell'Anpi.


Tommaso Rossi


Fonti e bibl.: Enzo Rossi, Il partigiano Milan, in Luciano Capuccelli (a cura di), Antifascismo e Resistenza nella provincia di Perugia (Documenti e testimonianze), Provincia di Perugia, Perugia 1975, pp. 132-135; http://anpiperugia.noblogs.org/post/2010/11/27/milan-tomovic/. DVD Marcello e Giorgina Formica. 1943: la scelta della ribellione (Isuc-Consiglio regionale dell'Umbria, 1996).




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